Sulla gravità delle esercitazioni militari degli Stati Uniti e dei loro tirapiedi

28.3.2023

La situazione sulla penisola coreana sta raggiungendo, ogni secondo che passa, il limite oltre la linea rossa.

L’isteria di guerra sempre più intensa e le manovre degli Stati Uniti per soffocare la RPDC in questo mese di marzo si appropinquano a un punto grave e intollerabile.

La RPDC ha già avvertito che le sconsiderate provocazioni militari e le esercitazioni di guerra degli USA contro di essa porteranno la situazione nella penisola coreana sull’orlo di una guerra nucleare.

Tuttavia, gli Stati Uniti e i fantocci sudcoreani traditori si fanno sempre più bellicosi e sfacciati nel loro tentativo di invaderla.

I primi hanno dimostrato la loro scelta con prove d’invasione sempre più aperte e azioni reali, nonostante i severi moniti del governo della RPDC e le giuste richieste della comunità internazionale per la fine delle provocazioni militari e delle esercitazioni di guerra che disturbano la pace e la stabilità nella penisola coreana e nella regione.

All’inizio di questo mese gli Stati Uniti hanno inscenato esercitazioni di guerra congiunte nel mare e nell’aria inviando sottomarini nucleari, cacciatorpediniere Aegis, bombardieri strategici, droni da combattimento aereo e altre rilevanti risorse strategiche in Corea del Sud una dopo l’altra. Dal 13 marzo, assieme ai fantocci sudcoreani, hanno svolto le esercitazioni militari congiunte su larga scala Freedom Shield simulando una guerra totale contro la RPDC ben oltre i piani per un attacco di precisione e “preventivo” sulle strutture nucleari e missilistiche di qualcheduno.

È stato rivelato che le Freedom Shield, riprese l’anno scorso, non sono state “esercitazioni annuali di natura difensiva”, come andavano ripetendo gli americani e le marionette sudcoreane.

Esse constano di uno “sbarco a Wonsan”, di una “occupazione di Pyongyang” e di una “operazione di decapitazione” volta ad attacchi in successione sulle basi strategiche della RPDC in base all’OPLAN 5015. Si è trattato delle esercitazioni più lunghe di sempre, susseguitesi giorno e notte per 11 giorni non nella presente modalità ma nella fase della sola “occupazione e stabilizzazione”.

In questo periodo gli americani hanno condotto le azioni militari al più alto livello contro la RPDC nei cieli sopra le principali aree della penisola coreana, adoperando ogni sorta di strumenti di ricognizione tra cui l’aeroplano dell’esercito statunitense dotato del “sistema di guerra elettronica per la ricognizione aerea” e l’RC-135V e l’RC-135S dell’Aeronautica Militare.

Prima e dopo le Freedom Shield, gli Stati Uniti e i guerrafondai dell’esercito fantoccio sudcoreano hanno compiuto addestramenti di guerra riguardanti operazioni congiunte di attraversamento dei fiumi, di paracadutismo e mobili, di fornitura di materiale da combattimento ed esercitazioni scientifiche di battaglie aeree, terrestri e marine.

Contemporaneamente, i maniaci del conflitto sudcoreani hanno svolto per conto proprio innumerevoli simulazioni come quella “per l’ispezione speciale della disposizione decisiva nel 2023” condotta dal comando operativo dell’Aeronautica fantoccio dal 13 al 15 marzo, con gran clamore circa un cosiddetto “castigo”.

Gli americani e i fantocci sudcoreani stanno attuando dal 20 marzo le Ssangyong, le esercitazioni congiunte di sbarco più grandi di sempre finora rimaste ferme dal 2018, prima ancora che l’odore della polvere da sparo se ne fosse andato.

I primi hanno mobilitato in queste esercitazioni, miranti a “occupare Pyongyang”, decine di navi da guerra come la nave d’assalto anfibia Makin Island, nota come portaerei leggera dotata di 20 caccia stealth F-35B, più di 70 caccia di vario tipo, 50 auto blindate d’assalto anfibie e oltre 10.000 truppe in combutta con le marionette sudcoreane.

Il segretario dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti e il comandante della VII Flotta di quest’ultima sono volati dalle parti dei fantocci per consultare uno scenario di guerra contro il Nord e il comandante dei marines nel Pacifico, che comanda il 70% della Marina americana, vi è ritornato e ha diretto le Ssangyong.

Queste esercitazioni includono una “operazione di convoglio” per i movimenti delle forze di sbarco verso l’area di sicurezza predefinita, l'”operazione dragamine”, l'”operazione delle forze di punta” e l'”azione decisiva”.

In particolare, le forze combinate e congiunte degli Stati Uniti e dell’esercito fantoccio sudcoreano dovrebbero occupare l’area prestabilita via mare e via cielo nella fase della “azione decisiva”.

Il coinvolgimento nelle esercitazioni di unità di combattimento speciali dei loro Paesi satelliti coinvolti nella Guerra di Corea e il gruppo d’assalto a propulsione nucleare Nimitz della Marina americana dimostra che l’opzione statunitense per la RPDC non si limita alle operazioni militari ma si eleva al livello di un crimine a tutti gli effetti.

Questa task force, che si compone della portaerei nucleare Nimitz, dei cacciabombardieri classe “Aegis” Wayne E. Meyer e Decatur e altri della XI Divisione aerotrasportata della Marina degli Stati Uniti, ha svolto un’esercitazione navale congiunta nelle acque al largo della parte meridionale dell’isola di Jeju il 27 marzo, progettata per migliorare la capacità esecutiva della deterrenza allargata mediante lo schieramento delle risorse strategiche americane. Dopodiché ha pianificato un’altra esercitazione di guerra al porto di Pusan per il 28.

Gli americani e i fantocci sudcoreani hanno attualmente in programma di eseguire le “simulazioni congiunte e combinate di annientamento tramite artiglieria”, tramite le forze congiunte dell’esercito, della marina e dell’aeronautica con tutte le armi di ultimo modello a giugno.

Tutte queste esercitazioni militari dimostrative del nemico evidenziano chiaramente che si tratta di azioni belliche per un attacco preventivo di fronte al quale non si può più restare a braccia conserte, in quanto vengono lanciate in seguito alla trasformazione della guerra d’aggressione contro la RPDC in un fatto compiuto.

La portata e le tempistiche di questi addestramenti militari sono assai più estese e dilatate rispetto a quelli passati, moltissime armi offensive vi sono coinvolte e di questi atti se ne compiono giorno e notte, ogni mese e ogni settimana senza soluzione di continuità.

Lo schieramento delle attrezzature militari più offensive e persino della task force adibita alla portaerei nucleare equivale a un’aperta dichiarazione di guerra contro la RPDC.

Le azioni scellerate che i fantocci sudcoreani pongono in essere sullo sfondo della campagna bellicosa degli Stati Uniti sono ridicole.

Di recente, il ministro fantoccio della difesa della Corea del Sud ha asserito che «il nord minaccia la pace e la stabilità mondiali ben oltre la penisola coreana, attraverso varie provocazioni missilistiche come quella dell’ICBM» e ha sottolineato la necessità di «intensificare ulteriormente le esercitazioni in un momento come questo».

Il presidente fantoccio dello Stato maggiore congiunto della Corea del Sud, imbarcatosi sulla Nimitz il 27 marzo, ha rivelato la propria isteria di guerra con espressioni e un linguaggio retorici meschini e impudenti e facendo lo spaccone, andandosene in giro a dire che «l’alleanza sudcoreo-americana reagirà risolutamente e in maniera schiacciante a qualsiasi provocazione e aggressione del nemico e gli infliggerà un severo castigo in caso di emergenza».

Tutti i fatti dimostrano chiaramente che le spudorate simulazioni di guerra nella zona dei fantocci non sono soltanto esercitazioni militari, bensì prove di guerra nucleare dalla A alla Z per un attacco preventivo contro la RPDC nella loro essenza, natura, scala, contenuto e forma, fedelmente all’opzione politica e militare degli Stati Uniti di intensificare le ostilità verso la RPDC fino alla guerra.

Sono costoro, decisi a brandire pericolosamente la spada nell’area dei fantocci, che disturbano la pace e la stabilità nell’Asia nord-orientale oltre che nella penisola coreana; sono loro gli arcicriminali che inaspriscono le tensioni.

La gravità dell’attuale situazione è interamente colpa degli Stati Uniti e dei loro vassalli che cercano di soffocare la RPDC con la forza a qualunque costo. Costruirsi una forza fisica capace di scongiurare ciò è parte del diritto di quest’ultima all’autodifesa, su cui nessuno può metter bocca.

È del tutto naturale che la forza nucleare della RPDC compia la sua importante missione di far fronte alla grave situazione in cui la sovranità e la sicurezza dello Stato sono minacciate.

Fonte: Rodong Sinmun

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