Recentemente gli USA hanno reso di pubblico dominio la loro decisione di vendere 220 missili da crociera Tomahawk, per un valore di 895 milioni di dollari, destinati all’installazione su caccia e sui sottomarini nucleari d’attacco di classe Virginia dell’Australia. La Gran Bretagna ha per parte sua rivelato che nei prossimi due anni spenderà per l’AUKUS 3 miliardi di sterline oltre ai 5 che già impiega nella difesa.
Il 13 marzo, il presidente americano e i primi ministri britannico e australiano hanno rilasciato un comunicato congiunto alla base navale di San Diego in California, che è il porto principale della Flotta statunitense del Pacifico, col risultato che l’Australia strutturerà una flottiglia di 8 sottomarini nucleari investendo 245 miliardi di dollari, in cooperazione con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, entro il 2055.
La natura dell’AUKUS si presenta più chiaramente come un prodotto della “nuova Guerra fredda”.
Disgregatrice del sistema di non proliferazione nucleare internazionale
Secondo il piano di cooperazione dell’AUKUS nella costruzione di sottomarini nucleari, pubblicato dai tre capi di Stato, i sottomarini nucleari americani e britannici inizieranno a entrare regolarmente nei porti australiani dal 2023 e dal 2026 e verranno schierati a rotazione dal 2027. Dall’inizio del prossimo decennio in poi, si ritiene che gli Stati Uniti costruiranno tre sottomarini nucleari di classe Virginia per la vendita all’Australia, includendone eventualmente altri due. Si dice anche, in particolare, che costoro consegneranno ufficialmente i nuovi sottomarini nucleari SSN-AUKUS, fabbricati congiuntamente con l’introduzione della tecnologia ultramoderna dei tre Paesi sulla base della progettazione britannica, alla Gran Bretagna entro la fine degli anni ’30 e all’Australia per l’inizio dei ’40.
Il trasferimento di uranio altamente arricchito di grado militare all’Australia, Stato non nucleare, da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, Stati nucleari firmatari del Trattato di Non Proliferazione, è un palese atto di proliferazione nucleare. Questo è il commento univoco della comunità internazionale imparziale.
Tuttavia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Australia insistono che i sottomarini contestati non sono caricati con missili a testata nucleare e non contravvengono inoltre al sistema di non proliferazione nucleare internazionale.
Dietro a tutto ciò si celano l’arroganza americana, per cui l’unica superpotenza mondiale può fare tutto ciò che vuole, e la cieca obbedienza degli Stati vassalli.
La presunzione e la spacconeria degli Stati Uniti, quali primo utilizzatore al mondo delle armi nucleari e massimo Stato nucleare sul pianeta, sono arrivate al punto di lasciar entrare nel club nucleare quei Paesi “ad essi vicini per razza e lignaggio” e che li seguono. Questo apre una grossa falla nel sistema di non proliferazione nucleare internazionale.
Se tale stato di cose viene consentito, non è difficile prevedere che, o gli Stati Uniti consegneranno all’Australia un sottomarino dotato di missili nucleari, o arriverà il “grande giorno” in cui l’Australia abuserà dell’uranio altamente arricchito il cui proposito originario è l’impiego per i sottomarini nucleari.
Rendendo pubblico tale piano, il presidente americano ha osservato: «Questo primo progetto è solo l’inizio», il che è sinonimo dell’idea di espandere l’AUKUS con altri alleati oltre alla Gran Bretagna e all’Australia.
Assai verosimilmente ciò riguarderà “altri Stati affini” agli USA, come il Giappone e il Canada, tanto invidiosi del “colpo di fortuna” dell’Australia. In tal caso, del sistema di non proliferazione nucleare internazionale resterà soltanto il nome.
Questa situazione dimostra che il sistema di non proliferazione nucleare internazionale tanto decantato dagli americani è uno strumento per il rafforzamento dell’arsenale nucleare dei soli Stati Uniti e dei loro alleati.
I germogli di una nuova corsa al riarmo
La fine della Guerra fredda, giunta contestualmente allo scioglimento dell’ex Unione Sovietica, ha creato nuovi problemi agli Stati Uniti.
Cina, Russia, Sudafrica, Brasile e altre nuove grandi potenze in via di sviluppo sono emerse rapidamente e il multipolarismo è diventato una tendenza mondiale che non si può ignorare. Questo ha imposto agli Stati Uniti la ricerca di nuovi mezzi per il mantenimento della propria posizione egemonica nell’aumento delle spese militari e nello scatenamento di una nuova Guerra fredda.
La recente transazione per l’armamento dell’Australia con sottomarini nucleari costerà, in base ai calcoli, un totale di 245 miliardi di dollari, che naturalmente incentiveranno la corsa al riarmo in tutto il mondo, per non parlare dell’Asia-Pacifico.
Nessun Paese nella regione dell’Asia-Pacifico ha nel mirino l’Australia, situata in mezzo all’oceano e ben lontana da essa.
Sarà affare del primo ministro australiano spiegare ai contribuenti del suo Paese lo sperperamento astronomico di fondi per l’inutile acquisto dei sottomarini nucleari. Ma quella di dare una risposta comprensibile ai Paesi dell’Asia-Pacifico circa la ragione dell’inasprimento delle tensioni, la creazione di instabilità e lo scatenamento della corsa al riarmo è una responsabilità ineludibile dei capi di Stato dell’AUKUS.
Tale situazione dimostra che l’aumento delle spese militari degli Stati Uniti e dei loro alleati è stata la causa della corsa al riarmo regionale e mondiale nel secolo scorso e in quello attuale.
Gli Stati Uniti hanno incominciato le esercitazioni militari congiunte Freedom Shield simulando una guerra totale contro la RPDC dal 13 marzo e inscenato le esercitazioni di sbarco congiunto più grandi di sempre, le Ssangyong, col coinvolgimento del gruppo di portaerei nucleari Nimitz dal 20 marzo al 3 aprile, dopo una pausa di cinque anni. Contemporaneamente, hanno esercitato una pressione militare estrema sulla RPDC, spingendo la situazione nella penisola coreana sull’orlo di una guerra nucleare.
Non si può passare sotto silenzio la contestazione contro la RPDC, formulata ai colloqui tra i capi di Stato dell’AUKUS svoltisi dall’altra parte del Pacifico, in concomitanza con le suddette esercitazioni.
Il primo ministro britannico ha detto che «l’illegale invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la crescente assertività della Cina, il comportamento destabilizzante dell’Iran e della Corea del Nord minacciano tutti la creazione di un mondo retto dal pericolo, dal disordine e dalla divisione», nel tentativo di giustificare la “necessità” dell’AUKUS. Osservando che quest’ultima contribuirà alla pace e alla stabilità, un funzionario di alto rango del Dipartimento di Stato americano ha affermato che «abbiamo assistito a un aumento delle sfide nella regione poste da un certo numero di Paesi, dalla RPC alla Russia fino alla Corea del Nord e altri. Inoltre, queste sfide non si limitano all’Indo-Pacifico, ma si allargano oltre i suoi confini».
Ciò indica che i sottomarini dell’AUKUS potranno spuntare in ogni luogo ritenuto essenziale per il mantenimento della posizione egemonica degli Stati Uniti, sia esso nel Mar Cinese Meridionale o nelle acque al largo della penisola coreana.
La Gran Bretagna ha inviato più di 40 Royal Marines a prendere parte alle Ssangryong, che avevano per obiettivo “l’occupazione di Pyongyang”, e l’Australia vi ha preso parte in qualità di osservatrice. Questo dimostra che l’AUKUS può essere abusata per il nuovo tentativo americano di guerra d’aggressione rivolta alla penisola coreana.
L’ambiente di sicurezza nella regione dell’Asia-Pacifico, che va esacerbandosi ogni giorno che passa a causa degli americani e dei loro vassalli, prova che il deterrente di guerra nucleare rafforzato della RPDC è una garanzia fondamentale per la preservazione della pace e della stabilità regionale e per l’equilibrio delle forze.
Fonte: KCNA
Published on the page https://www.gamadilavoce.it/rpdc.html in the Corea section. Warm regards, Prof. Roberto Gessi Director of La VOCE (broadcast organ of the G.A.MA.DI.: DIALECTIC MATERIALIST ATEIST GROUP)