Pyongyang, 7 maggio (KCNA) — Un articolo pubblicato domenica dall’analista di questioni internazionali Jong Il Hyon sotto il titolo La politica truffaldina degli americani in Africa è destinata a fallire recita come segue:
Le ultime, frequenti visite da parte di politici di alto rango degli Stati Uniti stanno attirando l’attenzione della comunità internazionale.
Tali visite, compiute da alti papaveri dell’amministrazione statunitense come il vicepresidente, il segretario di Stato e la segretaria al Tesoro, si sono susseguite per 20 volte in quest’anno soltanto, il che dimostra che l’amministrazione Biden ha effettuato una rivalutazione totale circa il valore geopolitico dell’Africa e ha reso pienamente operativa la nuova strategia africana.
I popoli del mondo stanno osservando con sbigottimento e scetticismo le sue mosse, del tutto opposte a quelle dell’amministrazione Trump che insultava l’Africa con parole indecenti.
L’essenza della nuova strategia africana
Ad agosto dell’anno scorso, gli Stati Uniti annunciarono una nuova strategia africana che faceva appello all’ulteriore rafforzamento della cooperazione coi Paesi africani nei campi della democrazia, della sicurezza, dell’economia e via dicendo per i prossimi cinque anni, menzionando l’importanza geopolitica dell’Africa per quanto attiene alla rapida crescita demografica, alle ricche risorse naturali e all’influenza nell’ambito dell’ONU.
I politici di alto rango della Casa Bianca che hanno di recente visitato l’Africa, come per dimostrare l’autenticità di questa nuova strategia, si sono abbandonati a un profluvio di belle parole e hanno fatto vari tipi di promesse di cooperazione, come se volessero apportare un grande contributo al disinnesco della crisi economica e alla garanzia della sicurezza e dello sviluppo sociale nei Paesi africani.
Tuttavia, a uno sguardo più ravvicinato delle parole pronunciate e delle azioni intraprese sul posto, si può chiaramente capire a che cosa punti la nuova strategia africana degli Stati Uniti.
La segretaria del Tesoro, prima funzionaria statunitense a essersi recata là quest’anno, ha sottolineato la necessità di imporre un tetto ai prezzi del gas e del petrolio russi, incolpando la Russia per la crisi alimentare nel continente ovunque si è recata. In Zambia, ella ha tentato di spostare la responsabilità della crisi del debito della regione sulla Cina, dicendo che la “cooperazione positiva” di quest’ultima è imprescindibile per risolvere il problema del debito estero del Paese.
Il segretario di Stato, in visita nel Niger, ha anch’egli incitato sentimenti antirussi tirando in ballo la Russia per le sue attività militari nell’Africa occidentale, e il vicepresidente, recatosi in Ghana e in Zambia, i quali sperimentavano la peggior crisi del debito in Africa, ha grandemente pubblicizzato gli “aiuti trasparenti” da parte degli Stati Uniti e il “pericolo” degli investimenti cinesi.
In ultima analisi, gli sproloqui dei funzionari dirigenti dell’amministrazione americana ricordano la dichiarazione, contenuta nella nuova strategia africana resa pubblica dagli Stati Uniti l’anno scorso, per la quale Russia e Cina stanno creando instabilità e sfidando l’ordine internazionale per soddisfare i loro interessi in Africa.
Tutti i fatti provano che la nuova strategia africana degli Stati Uniti non va in alcun modo a beneficio dei Paesi africani ma serve a contenere e mantenere l’egemonia sulla Cina e sulla Russia, le quali stanno esercitando una crescente influenza nella regione, e crearsi così un trampolino per la realizzazione della propria strategia mondiale.
L’indipendenza è l’irresistibile tendenza dei tempi
Le sempre maggiori pratiche prevaricatorie e arbitrarie degli Stati Uniti, alla ricerca dell’egemonia in Africa, hanno scatenato sempre più denunce e condanne da parte dei Paesi della regione.
Quest’anno il Sudafrica, Paese ospitante dei BRICS, commentando le preoccupazioni americane per le esercitazioni militari congiunte navali che il Paese ha pianificato di condurre assieme a Cina e Russia nelle acque al largo delle sue coste in gennaio, ha chiarito ufficialmente la propria posizione durante la visita della segretaria al Tesoro per cui tali esercitazioni sono attività regolari e indipendenti per lo sviluppo delle relazioni con la Cina e con la Russia. Il Sudafrica le ha svolte nel periodo compreso tra il 17 e il 27 febbraio come da programma e sta operando positivamente per il successo dell’organizzazione del vertice dei BRICS in programma per l’agosto di quest’anno, nonostante la promulgazione del mandato di arresto per il Presidente Putin da parte della Corte Penale Internazionale.
Un membro del parlamento del Ghana ha asserito, riguardo alla richiesta del vicepresidente americano affinché il governo ghanese garantisca i diritti degli omosessuali, che «la cronaca dei diritti umani del vicepresidente americano e del suo Paese è scioccante e i ghanesi non hanno nulla da imparare a tal riguardo».
Il leader del Partito Socialista dello Zambia ha detto che «ciò che gli Stati Uniti ricercano in Africa sono i propri interessi geopolitici ed economici, non la democrazia e i diritti umani. È per loro, non per noi».
La posizione indipendente dei Paesi africani, che rigettano le pratiche prevaricatorie e arbitrarie di una certa grande potenza e aspirano all’instaurazione di un giusto ordine internazionale, è chiaramente evidenziata dai loro sforzi volti a risolvere ogni problema in base alla loro situazione specifica e ai loro interessi.
Alla 36esima sessione ordinaria dell’assemblea dei capi di Stato e di governo dell’Unione Africana, svoltasi ad Addis Abeba a febbraio, il presidente del Comitato dell’Unione ha elogiato i successi ottenuti nell’opera di smorzamento delle guerre civili e dell’instabilità politica in Etiopia, Sudan e Libia l’anno scorso, coerentemente col principio di “soluzione africana dei problemi africani”, e ha fatto appello al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché rettificasse l’attuale ordine internazionale che esclude l’Africa.
Tale situazione dimostra che le pratiche prevaricatorie e arbitrarie degli Stati Uniti, basate sull’egemonia, non funzionano nel continente africano.
Il giornale francese Le Monde, in un articolo intitolato Fine della dominazione in Africa, si passa a un’Africa indipendente, ha analizzato l’attuale situazione in Africa e ha concluso che una nuova era si sta avvicinando nel continente tramite la lotta vigorosa dei Paesi regionali sotto la parola d’ordine: «L’Africa per gli africani».
Quanto più disperati saranno gli sforzi profusi dagli Stati Uniti per mantenere il vetusto ordine internazionale, tanto più palesemente esporranno le loro tristi peripezie, e le loro manovre per impadronirsi dei Paesi africani falliranno grazie al desiderio e alla coscienza crescenti dei Paesi regionali per l’indipendenza.
Published on the page https://www.gamadilavoce.it/rpdc.html in the Corea section. Warm regards, Prof. Roberto Gessi Director of La VOCE (broadcast organ of the G.A.MA.DI.: DIALECTIC MATERIALIST ATEIST GROUP)