Pyongyang, 15 maggio (KCNA) — Kim Sol Hwa, ricercatore presso l’Istituto di Studi Giapponesi del Ministero degli Esteri della RPDC, ha pubblicato il 14 maggio il seguente articolo, intitolato Qual è lo scopo finale della collusione militare del Giappone con la NATO:
I legami militari privi di precedenti tra il Giappone e la NATO hanno recentemente suscitato grande preoccupazione e vigilanza da parte della comunità internazionale.
Un tipico esempio di ciò è la progettata apertura di un ufficio di collegamento della NATO in Giappone, prima volta in Asia.
Non molto tempo fa, il ministro degli Esteri giapponese Hayashi ha ufficialmente annunciato che si sta discutendo dell’apertura di un ufficio di collegamento della NATO a Tokyo, affermando che l'”invasione” russa dell’Ucraina ha un impatto diretto non soltanto sull’Europa dell’est ma anche sulla situazione della regione dell’Asia-Pacifico, che il contesto attuale richiede che il Giappone riconsideri la sicurezza regionale e che, pertanto, la cooperazione con la NATO è la cosa più importante nell’Asia orientale.
Matsuno, segretario del consiglio dei ministri, ha detto che quella della NATO è una compagnia inevitabile di cui fidarsi e che egli stesso si accingerà a rafforzare la cooperazione per la realizzazione di un “Indo-Pacifico libero e aperto”.
È ben noto che il Giappone bramava da tempo una collusione militare con la NATO e si aggrappa con maggior zelo a essa approfittando dell’incidente ucraino.
Il Primo ministro giapponese Kishida, che presenziò il vertice della NATO a Madrid, in Spagna, per la prima volta lo scorso giugno, ha promesso di elevare i rapporti con essa a un nuovo livello, parlando di “significati storici”.
In questa cornice, il segretario generale della NATO ha reso pubblico il cosiddetto “comunicato congiunto Giappone-NATO”, chiave di volta del quale è il rafforzamento della coesione militare, al termine dei colloqui con gli alti funzionari giapponesi durante la sua visita in Giappone nel gennaio di quest’anno.
Il Giappone ha apertamente rivelato la propria intenzione di costruire una missione governativa indipendente presso la NATO, di partecipare regolarmente agli incontri da questa promossi, ivi compreso il Consiglio del Nord Atlantico, e di espandere la portata della cooperazione securitaria con essa nello spazio e nel cyberspazio.
Il Giappone sta attualmente intensificando le consultazioni per la stesura del “piano di partenariato su misura individuale”, che stipula la cooperazione di sicurezza con la NATO e altro, e si appresta a completarlo prima del vertice in programma per luglio.
Tutto ciò dimostra chiaramente che il tentativo della NATO di avanzare nella regione dell’Asia-Pacifico attraverso i suoi legami militari col Giappone è entrato nella pericolosa fase operativa.
Non dev’essere sottovalutato il fatto che il malevolo progetto degli Stati Uniti di mantenere la propria posizione egemonica nella regione dell’Asia-Pacifico mediante la fabbricazione di una “NATO asiatica” è ciò che si cela dietro alla preoccupante coesione nippo-atlantica.
È un segreto di Pulcinella che gli Stati Uniti, creatori della NATO, quest’alleanza militare esclusiva tirata su col pretesto di “difendere” i Paesi occidentali dall'”aggressione comunista” dopo la fine della Seconda guerra mondiale, hanno lavorato apertamente e segretamente per creare un simile blocco militare anche nella regione dell’Asia-Pacifico.
Gli Stati Uniti, fissati con la ricerca dell’egemonia, lavorano oggi più che mai dal momento che la loro posizione in questa regione è stata grandemente scossa negli ultimi anni.
Ciò è chiaramente dimostrato dal fatto che costoro cercano di trasformare tutte le alleanze guerrafondaie in alleanze gestite dalla NATO, instaurando l’AUKUS ed espandendo i “cinque occhi” dopo aver trasformato il QUAD in un sistema di cooperazione securitaria anticinese.
Approfittando dello scoppio della crisi ucraina, gli Stati Uniti si stanno scaltramente muovendo per tramutare la NATO in un’alleanza militare globale incoraggiando la collusione e i legami tra i loro alleati inferiori e gli Stati suoi membri, facendo riferimento alla correlazione securitaria tra le due sponde dell’Atlantico e la regione dell’Asia-Pacifico.
La sinistra intenzione degli americani è quella di stringere pesantemente d’assedio la Cina e la Russia tirando dentro il Giappone, la Corea del Sud e altri vassalli in blocchi tipicamente bellicosi quali l’AUKUS e il QUAD, legandoli poi alla NATO.
Il secondo fine del Giappone è quello di prevalere sui Paesi vicini e trasformarsi in un gigante militare persino col sostegno degli USA e invitando un ospite indesiderato che risponde al nome di NATO.
Ogniqualvolta se ne presenta l’occasione, il Giappone va tuonando che «l’Ucraina di oggi è l’Asia orientale di domani» e che «le contingenze di Taiwan sono quelle del Giappone». Ciò viene alimentato dalla sua inconfessabile intenzione di giustificare l’intervento militare della NATO nella regione a qualsiasi costo.
I Paesi locali e la comunità internazionale hanno da tempo compreso la volontà del Giappone di sbarazzarsi dei “lacci e lacciuoli” americani attraverso i legami militari con la NATO e di liberarsi dal guinzaglio della “Costituzione Pacifista”.
Il Giappone si sbaglia di grosso.
L’Asia-Pacifico di oggi non è quella del passato, in cui gli imperialisti giapponesi perseguivano la loro irrealistica bramosia di imbastire la “Grande sfera di co-prosperità dell’Asia orientale”.
Il rafforzamento della collusione e dei legami militari giapponesi con la NATO, sinonimo di guerra e conflitti, non farà altro che disturbare la pace e la stabilità regionali, provocando l’instabilità e l’irreversibile isolamento dell’arcipelago.
Il Giappone dovrebbe tenere a mente che i suoi legami militari con estranei e le sue manovre miranti a costruire un gigante militare non faranno che portarlo a una seconda rovina.
Published on the page https://www.gamadilavoce.it/rpdc.html in the Corea section. Warm regards, Prof. Roberto Gessi Director of La VOCE (broadcast organ of the G.A.MA.DI.: DIALECTIC MATERIALIST ATEIST GROUP)